A casa andateci voi

28 settembre 2018

Left, settimanale edito da Matteo Fago e diretto da Simona Maggiorelli, dedica alla tematica della post-verità la copertina del nuovo numero della rivista, in edicola dal 28 al 4 ottobre con il titolo “A casa andateci voi”.

Roma, 28 settembre 2018 - Quale futuro attende i diritti civili conquistati dalla nostra società, per mezzo di dure battaglie pubbliche, nel corso degli ultimi decenni?

E’ questo l’interrogativo posto sulla nuova copertina di Left, la rivista settimanale edita da Matteo Fago e diretta da Simona Maggiorelli, in edicola dal 28 settembre al 4 ottobre con il titolo “A casa andateci voi”.

Il disegno di legge avanzato dal senatore leghista Simone Pillon, che ha raggiunto la commissione Giustizia del Senato lo scorso 10 settembre e verrà discusso in aula prima di Natale, ha già suscitato numerose polemiche a causa del suo contenuto controverso e potenzialmente liberticida sul piano dei diritti di donne e bambini.

Il senatore bresciano, che risulta tra gli organizzatori del Family Day, aveva già attirato l’attenzione pubblica e della cronaca per via delle sue dichiarazioni contro l’aborto e le unioni civili, sia eterosessuali che omosessuali.

La sua proposta ha suscitato un’alzata di scudi bipartisan da parte di esponenti del mondo intellettuale, medico e sociologico a prescindere dal colore politico, e l’obiettivo dichiarato di annullare la conflittualità genitoriale ed aumentare i diritti dei figli non ha convinto nemmeno alcuni componenti del Movimento 5 Stelle, alleati di governo, che in una nota condivisa hanno fatto sapere di voler modificare alcuni punti tra quelli presentati.

Il ddl Pillon è prevalentemente incentrato sull’introduzione del concetto di “bigenitorialità perfetta” che prevede, in caso di separazione di una coppia con figli, il loro mantenimento equamente suddiviso tra madre e padre: ciò riguarderebbe non soltanto la gestione economica e temporale, ma anche una mediazione resa obbligatoria dalla legge al fine di trovare il miglior accordo possibile nell’interesse dei minori.

La divisione perfetta delle responsabilità appare tuttavia estremamente rigida e non in grado di avvicinarsi proprio a coloro che a parole si vorrebbe tutelare, i figli, le cui esigenze specificatamente individuali ed abitudinarie non sono minimamente contemplate.

L’imposizione dall’alto di un modello unico, e valido per tutti, rischia di trasformare il complesso ruolo genitoriale in una mansione meccanica e scandita, del tutto impersonale, le cui ripercussioni psicologiche sui figli – spesse volte di tenera età - sono tutt’altro che da sottovalutare.

Tra i lati più oscuri e criticati spicca inoltre la riforma dell’affidamento, all’interno della quale emerge una preoccupante considerazione del minore come individuo snaturato di sentimenti personali ed esigenze intime da rispettare all’interno del rapporto genitoriale.

Negli articoli 17 e 18 del ddl si legge infatti che “anche quando, pur in assenza di evidenti condotte di uno dei genitori, il figlio minore manifesti comunque rifiuto, alienazione o estraniazione con riguardo a uno dei genitori, il giudice può disporre il collocamento provvisorio del minore presso apposita struttura specializzata per il pieno recupero della bigenitorialità”.

Se la riforma trovasse l’appoggio delle camere e divenisse legge operativa, il bambino rischierebbe di vedersi negare il diritto di rifiutare il genitore maltrattante, anche durante l’iter di un eventuale processo ma non solo: il ddl obbliga infatti il minore alla frequentazione forzosa di uno dei due genitori, per un tempo minimo di 12 giorni al mese, anche in caso di condanna definitiva, in quanto è necessario “un comprovato e motivato pericolo di pregiudizio per la salute psicofisica del figlio minore”. 

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