La bionda che inganna

20 luglio 2018

Con la nuova copertina dal titolo “La bionda che inganna”, proseguono le inchieste del mensile Il Salvagente, la prima pubblicazione interamente dedicata alla tutela dei diritti dei consumatori.

Roma, 20 luglio 2018 - La rivista edita da Matteo Fago e diretta da Riccardo Quintili, in edicola dal 25 luglio, mette sotto esame una delle bevande più apprezzate e bevute durante il periodo estivo: la birra.

Il limitato grado alcolico e la freschezza della temperatura la rendono infatti un’alleata molto gradita nella lotta contro il caldo, ma la sua popolarità è in netta ascesa a prescindere da fattori climatici o stagionali.

Complice una crescente cultura del bere e di produzioni artigianali di alta qualità, come racconta nel reportage del Salvagente anche la storia del successo di Birradamare, la birra si sta rapidamente affermando come credibile alternativa al vino, riducendo ogni anno la forbice che la separa statisticamente dal prodotto dell’uva.

In Italia si bevono mediamente 33 litri di vino a testa durante l’arco di un anno, mentre la birra – con 31,5 litri consumati per persona – fa segnare un nuovo record stabilizzandovisi immediatamente al di sotto.

Un aspetto tuttavia trascurato durante l’acquisto di bottiglie di birra, al di là del gusto personale, riguarda i residui di pesticidi e glifosato che possono contenere.

In quanto prodotto trattato e derivante da materia prima vegetale, la birra non è affatto immune dal rischio di una contaminazione di pesticidi.

Proprio alla ricerca di queste due sostanze potenzialmente tossiche per l’organismo umano, l’Istituto nazionale del consumo francese ha fatto analizzare in laboratorio 45 birre alla ricerca di 250 molecole; tra queste molti marchi famosi e di largo consumo.

I risultati ottenuti hanno evidenziato come il glifosato, etichettato come “probabile cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), sia presente in ben 25 campioni tra quelli esaminati, riconfermandosi come uno dei pesticidi tuttora più utilizzati in ambito agricolo.

Non sono mancati anche rilevamenti di ulteriori antiparassitari come i fungicidi boscalid, ftalimmide e folpet – i quali, pur essendo abbondantemente al di sotto dei limiti consentiti dalla legislazione vigente, non sono del tutto privi di rischi se si considera il cosiddetto effetto cocktail.

Sono infatti sempre più numerosi gli scienziati di tutto il mondo, l’Isde in Italia, che sottolineano come gli effetti di bassi dosaggi di più pesticidi combinati tra loro possano apportare diversi danni alla salute umana.

Il Salvagente, nell’approfondimento legato alla storia di copertina, ha proposto i risultati relativi a 28 delle 45 birre analizzate dai francesi, selezionandole in base alla reperibilità sugli scaffali di vendita del nostro paese.

Birre popolari come Carlsberg e Heineken sono risultate estremamente pulite e del tutto prive di tracce di glifosato o altri pesticidi; meno positivi i responsi di Corona, La Chouffe, Leffe e Guinnes Nitro IPA, che a seconda dei casi mostrano residui di glifosato isolati o addirittura combinati con alcuni fungicidi.

E’ dunque una norma auspicabile, laddove possibile, evitare il consumo di birre e prodotti che contengano elementi chimici la cui dannosità per il corpo non è ancora stata pienamente quantificata.  

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