Vogliono avvelenare la terra

26 novembre 2018

La rivista Il Salvagente edita da Matteo Fago e diretta da Riccardo Quintili, sarà in edicola con il nuovo numero di dicembre per denunciare l’aumento dei limiti massimi di idrocarburi e metalli pesanti all’interno dei concimi utilizzati in quasi tutti i campi adibiti alla coltivazione.

Roma, 19 novembre 2018 – La rivista Il Salvagente edita da Matteo Fago e diretta da Riccardo Quintili, sarà in edicola con il nuovo numero di dicembre per denunciare l’aumento dei limiti massimi di idrocarburi e metalli pesanti all’interno dei concimi utilizzati in quasi tutti i campi adibiti alla coltivazione.

Attraverso l’articolo 41 del decreto Genova, approvato per fronteggiare l’emergenza conseguente al crollo del ponte Morandi, sono state inserite “disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”, e al fine di “superare situazioni di criticità nella loro gestione” il governo ha fissato a 1.000 milligrammi per ogni chilo tal quale di sostanza il limite massimo.

Si tratta di una modifica sostanziale e completamente in controtendenza con quanto precedentemente stabilito dal tribunale amministrativo il quale, in base a sentenze già emesse dalla Cassazione, aveva deliberato che i limiti di concentrazione di sostanza secca nei terreni imponessero una bonifica una volta raggiunta la soglia di 50mg/kg: venti volte meno rispetto a quanto previsto dal Governo.

Il parametro stabilito dal decreto Genova prevede infatti un limite di mille milligrammi sul tal quale che corrispondono, in maniera indicativa, a 5-8mila milligrammi sulla materia secca.

Le ripercussioni per uomo e ambiente rischiano di essere pesantissime, perché si autorizza legalmente ad accumulare – sui terreni destinati all’agricoltura – sostanze altamente nocive come diossine, Pcb e microinquinanti tossici.

L’inevitabile conseguenza sarà che i terreni coltivabili, nel corso del tempo, dovranno essere sottoposti a bonifica contaminando così le matrici ambientali e tutta la catena alimentare; tra le colture più a rischio, quelle di melanzane, zucchine e cavoli.

Poco prima dell’approvazione della legge, si è assicurato che non si sarebbero ammessi fanghi industriali ma esclusivamente fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue derivanti da scarichi civili e da insediamenti produttivi legati al settore dell’agroalimentare.

La realtà potrebbe però essere molto diversa.

Non è un mistero che negli scarichi civili degli insediamenti urbani finiscano anche acque di scarico già utilizzate da impianti di tipo industriale, e le norme regionali possono inoltre concedere enormi deroghe.

Un caso eclatante è la normativa vigente in Lombardia, che autorizza l’ingresso nei depuratori civili utilizzati in agricoltura un gran numero di tipologie di rifiuti di varia natura: si va da quelli derivanti dalla lavorazione delle pelli a quelli del legno e della carta, fino a rifiuti da produzione come prodotti chimici organici di base e plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali.

Non mancano anche gli scarti di prodotti farmaceutici, grassi, lubrificanti, detergenti, disinfettanti, cosmetici, e prodotti chimici “non specificati altrimenti”.

I pericoli per la salute sono di grandissima rilevanza, in quanto si tratta di sostanza altamente resistenti e che tendono a non degradarsi in nessun modo come i policlorobifenili, già noti in 209 congeneri e vietati negli anni ’80 per la loro pericolosità cancerogena.

Questo genere di sostanze, inoltre, agiscono come interferenti endocrini e alterano lo squilibrio ormonale, modificando le funzioni del sistema riproduttivo, dell’attività tiroidea e impattando sullo sviluppo cognitivo.

Per influenzare un organismo in via di sviluppo sono sufficienti anche dosi minimali, rendendo così impossibile stabilire una soglia di sicurezza.

Per tentare di arginare questa emergenza che coinvolge la sicurezza e la salute di tutti, Il Salvagente ha deciso di lanciare una petizione attraverso la quale si chiede – a nome dei consumatori e dei produttori – di fare un passo indietro e ritornare al limite di precauzionale di concentrazione di sostanze nei terreni previsto dalla legge 152 del 2006, con una soglia di 50 mg/kg di sostanza secca.

Un gesto responsabile e rispettoso nei confronti della salute dei consumatori e del celebre Made in Italy.

Il link per firmare la petizione è: https://www.change.org/p/luigi...

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