Baba Ramdev, l’asceta a capo di un impero miliardario

19 novembre 2018

Poco più di venti anni fa, il nome di Baba Ramdev sarebbe risultato ignoto e sconosciuto quanto il suo volto.

Da giovane e poverissimo maestro di antiche discipline yoga, pianificava di passare il resto della sua vita in qualità di sanyasi (un asceta hindu) ai piedi dell’Himalaya – attuando così un progressivo ma inesorabile distacco dal possesso di ogni bene materiale.

Oggi, vent’anni dopo, le raffigurazioni del santone indiano hanno letteralmente invaso quel subcontinente indiano che gli ha donato i natali.

Baba Ramdev, l'asceta hindu presente su tutti i media 

Il suo viso è inevitabile, in quanto onnipresente, ed è possibile incrociarlo come per paradosso nei posti più materiali e meno mistici possibili: radio, conferenze, seminari, enormi cartelloni pubblicitari, grandi magazzini, ma non solo.

É tutt’altro che raro trovarlo in onda sulla televisione indiana mentre si esibisce nella spiegazione di un asana yoga o in contemporanea, semplicemente sintonizzandosi sul secondo dei due canali che possiede, all’interno di uno spot pubblicitario che lo ritrae come assoluto protagonista assieme all’immancabile veste color zafferano, di tradizione buddista, dalla quale è incorniciato in ogni sua apparizione pubblica.

Baba Ramdev, la creazione del brand Patanjali Ayurved

Ma Baba Ramdev è soprattutto il volto inconfondibile e riconoscibile del brand da lui stesso creato nel 2006, Patanjali Ayurved, che ha come obiettivo quello di vendere prodotti basati sull’antica tradizione medicinale ayurvedica indiana per soddisfare ogni bisogno e capriccio.

Dentifrici a base di chiodi di garofano e curcuma, saponi per le mani realizzati con mandorle e zafferano e olii estratti dagli alberi, detergenti per pavimenti che hanno per agente disinfettante l’urina di vacca; sono solamente alcuni degli esempi più noti che hanno permesso a Patanjali Ayurved di passare da 69 milioni di dollari di fatturato nel 2012 agli 1,6 miliardi odierni.

Patanjali Ayurved di Baba Ramdev, l'espansione internazionale


La società, numeri alla mano, è quella con la più rapida espansione nel mercato nazionale indiano.

I negozi monomarca si moltiplicano senza sosta, l’approdo su Amazon ha spalancato con successo le porte del mercato internazionale e c’è nel mirino l’acquisizione dei rami locali di colossi multinazionali come Unilever e Nestlé.

Sebbene la massiccia presenza mediatica di Baba Ramdev lo renda una megastar a tutti gli effetti, sulla sua figura conosciamo tuttora molto poco rispetto a quanto sarebbe lecito aspettarsi.

Baba Ramdev, il suo ruolo nella società 

Il suo anno di nascita è ancora avvolto dal mistero, anche se gli anni ’50 sono un’ipotesi più che probabile, e la sua stessa posizione in rapporto a Patanjali Ayurved è controversa: la sua società non lo definisce come proprietario o dirigente ma soltanto “brand ambassador”, che sottintende un ruolo privo di decisionalità operativa e relativo stipendio.

Anche questo è un aspetto chiave delle abilità contorsionistiche del guru: l’apparire formalmente devoto alla povertà, pur essendo uno degli imprenditori celebri dell’India e possedendo un conto bancario miliardario.

Le public relations giocano d’altronde un aspetto primario nella sua ascesa, anche se in maniera molto atipica, basti pensare che solamente il 3% del mastodontico fatturato viene reinvestito in advertising canonico.

Baba Ramdev, le PR veicolano il concetto di salvaguardia delle tipicità 

La filosofia di Baba Ramdev è riassumibile piuttosto con il concetto di content marketing, ovvero l’abilità di attirare i consumatori verso il proprio prodotto non attraverso il bombardamento pubblicitario, bensì con un’educazione generale del pubblico e l’utilizzo di PR come promozione e salvaguardia delle tipicità, in questo caso la tradizione ayurvedica.

Non è un caso se la sua brillante costruzione d’immagine lo abbia portato ad essere venerato in tutta l’India come una semidivinità, corteggiato dai principali partiti politici che si oppongono alla colonizzazione occidentale e vedono nello yogi un’icona inviata dalle divinità per preservare la cultura tradizionale del proprio Paese.

Nell’ultima decade, Ramdev è riuscito a canalizzare l’insoddisfazione del popolo scagliandosi per anni contro gli effetti cancerogeni di fertilizzanti ed additivi chimici, la corruzione delle corporazioni che sfruttano i contadini, e fornendo a tutti la soluzione: le virtù dei prodotti tipici indiani, a prezzi accessibili e rispettosi della tradizione.

Patanjali Ayurved, appunto.  

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